jueves, 13 de octubre de 2016

La macchina venuta dal futuro (Documentario di Victor Tognola suggerito da Mario Rossi Network)


Ettore Majorana
Quello che presentiamo in questa pagina è il film “La macchina venuta dal futuro” di Victor Tognola, un documentario realizzato dalla Frama Films International di Lugano in coproduzione con la RSI, la Radiotelevisione Svizzera. Ho collaborato a questo film nella veste di consulente, in quanto autore dell’inchiesta sull’energia nascosta che nel 2010 ho pubblicato sul quotidiano nazionale Il Giornale, a quel tempo diretto da Vittorio Feltri. Il film (che dura 80 minuti) si ispira esplicitamente alla mia inchiesta e, infatti, ho fornito alla produzione la maggior parte dei contenuti e delle testimonianze che vi compaiono.

Il messaggio finale del film è di fatto quello che emerge dalla mia inchiesta: la presenza di una macchina misteriosa (che funziona secondo principi di una nuova fisica, al momento sconosciuta) in grado di annichilire la materia, trasformarla da un elemento all’altro, e, presumibilmente, permettere passaggi inter dimensionali che interferirebbero con il  concetto spazio-tempo. E dietro tutto questo aleggia, come un’ombra, la figura dello scienziato scomparso Ettore Majorana. Di seguito il documentario.


Pur essendo un film ben fatto (Tognola è uno dei migliori documentaristi d’Europa), la RSI lo ha mandato in onda in questo 2014 nel mese più morto dell’anno (agosto, quando tutti sono in ferie), in un giorno feriale (lunedì) e in terza serata (alle 23,20). L’intenzione, sembra evidente, era quella di non dare troppo nell’occhio. Invece, Internet ha fatto il miracolo. Non appena la RSI ha inserito il film nel proprio sito web, decine di migliaia di persone (imbeccate dagli articoli che ho pubblicato su questo tema) sono andate a cercarlo, rendendolo subito popolare. Basti pensare che soltanto nei primi giorni, su Facebook già si contavano centomila visualizzazioni. E il trend è continuato, e continua, ancora oggi.

Ma perché la RSI non ha valorizzato, come avrebbe dovuto, un film così interessante? Ufficialmente, nessuno conosce la risposta. Anche se si potrebbero fare diverse ipotesi. Di certo c’è che il film non parla di una leggenda metropolitana, come ha chiarito Tognola fin dalle prime scene. Tratta, invece, di una storia realmente accaduta, che dura da mezzo secolo e che, fino ad oggi, non si è ancora conclusa. Vale dunque davvero la pena di vederlo, questo documentario! Provare per credere. Buona visione a tutti. (RDS)

Nota di Mario Rossi Network

LA MACCHINA VENUTA DAL FUTURO - Ettore Majorana
(Pubblicato da Mario Rossi Network su Vimeo).

Questo documentario sulla vera storia del fisico Ettore Majorana e di una sua incredibile invenzione era in You Tube è stato rimosso.

Questa tecnologia, una volta messa a punto, sarebbe in grado di rivoluzionare il futuro energetico civile dell'umanità, fornendo, almeno potenzialmente, energia economica, illimitata e pulita !!!

Ettore Majorana, nato il 5 agosto 1905 e laureatosi in fisica nel 1928, fu tra i più promettenti allievi di Enrico Fermi.

Il suo nome divenne un caso internazionale a causa della sua improvvisa scomparsa, che avvenne il 27 marzo 1938. Della sua scomparsa ebbe a interessarsi persino Mussolini e l'evento divenne un enigma nazionale ad oggi oggi ancora insoluto.

Le ipotesi avanzate furono molte: chi disse che fosse morto suicida, chi avanzava l'ipotesi fantasiosa che fosse rapito da qualche Paese che conduceva studi atomici; altri invece ritennero che si fosse rifugiato in un convento o che fosse addirittura diventato, volontariamente, un mendicante. Naturalmente, anche dal punto di vista familiare fu una tragedia. La madre si rifiutò sempre di vestire abiti luttuosi, aspettando sempre il suo ritorno.

Proveniente dalla schiatta dei Majorana-Calatabiano, la sua era una famiglia illustre, discendente dal ramo cadetto dei Majorana della Nicchiara; con metafora poetica si potrebbe dire che a quest'ultima andarono il blasone gentilizio e le ricchezze terriere mentre alla prima tutti i beni tipici e preziosi dell'intelligenza.

Ettore è l'ultimo di cinque fratelli, che si distingueranno tutti in qualche campo particolare, chi nella giurisprudenza, chi nell'amministrazione dello Stato, chi ancora in fisica.

Ettore Majorana è senza dubbio l'outsider del gruppo, un vero e proprio genio della fisica. Estremamente precoce ma anche eccentrico e con squilibri caratteriali preoccupanti che giocheranno un ruolo determinante nella sua fuga dal mondo (ammesso che di fuga si sia trattato). Ettore è pervaso da misantropia radicata ed è anche perennemente ombroso, pigro e dal carattere spigoloso.

Anche la sua carriera universitaria non è del tutto lineare. Dopo un primo approccio con ingegneria, si laurea in fisica nel 1929 con una tesi sulla teoria quantistica dei nuclei radioattivi.

Sotto la guida di Enrico Fermi si occupa di spettroscopia atomica e successivamente di fisica nucleare.

Con Orso Mario Corbino, Emilio Segré e Edoardo Amaldi entra a far parte del gruppo dei "Ragazzi di via Panisperna", il gruppo di geni che ha fatto la storia della fisica italiana.

Le più importanti ricerche di Ettore Majorana riguardano una teoria sulle forze che assicurano stabilità al nucleo atomico: egli per primo avanzò l'ipotesi secondo la quale protoni e neutroni, unici componenti del nucleo atomico, interagiscono grazie a forze di scambio.

La teoria è tuttavia nota con il nome del fisico tedesco Werner Heisenberg che giunse autonomamente agli stessi risultati e li diede alle stampe prima di Majorana.

Nel campo delle particelle elementari Majorana formulò una teoria che ipotizzava l'esistenza di particelle dotate di spin arbitrario, individuate sperimentalmente solo molti anni più tardi.

Dal 1931, conosciutosi il suo straordinario valore di scienziato, è invitato a trasferirsi in Russia, a Cambridge, a Yale, nella Carnegie Foundation, ma a questi inviti oppone il suo rifiuto.

Dopo aver soggiornato a Lipsia e a Copenaghen, rientra a Roma, ma non frequenta più l'istituto di fisica. Al concorso nazionale per professore universitario di Fisica, bandito nel 1936, non vuole partecipare, nonostante la segnalazione fatta da Fermi a Mussolini. Si trasferisce da Roma a Napoli (albergo "Bologna") nel 1937, dove accetta la nomina per meriti speciali a titolare della cattedra di Fisica teorica all'Università di Napoli. Si chiude in casa e rifiuta persino la posta, scrivendo di suo pugno sulle buste: "Si respinge per morte del destinatario".

Ettore Majorana si lascia persuadere a intraprendere - è il mese di marzo 1938 - un viaggio di riposo, Napoli-Palermo. A Palermo alloggia all'albergo "Sole", ma vi trascorre solo mezza giornata; la sera viene visto sul ponte del piroscafo all'altezza di Capri ma a Napoli non arriverà mai.

La commissione di inchiesta che intraprende le indagini scarta l'ipotesi che Mjorana si sia lanciato in mare, avanzando invece la supposizione che si sia trasferito segretamente all'estero.

Ad uno dei suoi più stretti confidenti Ettore Majorana disse: "Non mi condannare perché non sai quanto soffro".
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